Secondo l’Aie, Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2021 le emissioni di anidride carbonica saranno più altre degli ultimi dieci anni. Un record in negativo dunque, il secondo più alto della storia dopo quello di dieci anni fa, verificatosi dopo la crisi finanziaria.
Cosa prevede l’Aie?
L’Aie, che ha redatto il Global Energy Review, le emissioni di anidride carbonica quest’anno aumenteranno di quasi il 5%, a 33 miliardi di tonnellate. Una previsione fortemente in controtendenza rispetto al calo registrato nel corso del 2020, che ha arrestato l’economia mondiale. Le emissioni nel 2020 sono infatti diminuite di circa il 6%, perché i combustili a più alta intensità di carbonio come carbone e petrolio sono stati i più colpiti dalle restrizioni. L’organizzazione, con sede a Parigi, prevede inoltre un aumento del 4,5 % della domanda di carbone. Valore che supererebbe il livello del 2019, avvicinandosi al suo massimo storico, quel picco globale del 2014. Questo ad esempio sta accadendo principalmente in Asia, dove si prevede che la Cina quest’anno rappresenterà più della metà della crescita globale del carbone.
Come mai aumentano le emissioni di CO2?
Come si spiega questo aumento? Le ragioni che contribuiscono a questo record negativo sono molteplici. Tra queste si annovera anche l’attuale pandemia; molti governi stanno infatti si stanno riversando stimoli nei combustibili fossili per finanziare la ripresa della recessione post Covid.
Le dichiarazioni del direttore dell’Aie Birol
Il direttore dell’Aie Faith Bairol ha dichiarato che: “Le emissioni globali di carbonio dovrebbero aumentare di 1,5 miliardi di tonnellate quest’anno, guidate dalla ripresa dell’uso del carbone nel settore energetico. Questo è un terribile avvertimento che la ripresa economica dalla crisi legata al Covid è attualmente tutt’altro che sostenibile per il nostro clima”. Si prevede che entro la fine dell’anno l’uso di petrolio per l’aviazione sarà inferiore del 20% rispetto ai livelli del 2019. Tuttavia il rapporto dell’Aie segnala come l’energia rinnovabile sia in forte espansione. L’eolico, il solare e altre forme sostenibili sono cresciute del 3% durante il 2020 e quest’anno dovrebbero crescere dell’8%. Le fonti di energia verde forniranno il 30% della produzione di elettricità, il livello più alto dall’inizio della rivoluzione industriale.
L’Aie fa un appello a tutte le nazioni
Le parole di Birol sono arrivate a pochi giorni dal vertice dei leader sul clima ospitato dal presidente degli Stati Uniti Biden. L’Aie ha lanciato a tal proposito un appello a tutte le nazioni affinché si impegnino in azioni immediate prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a novembre a Glasgow (COP26). Questo l’avvertimento di Birol: “Se i governi di tutto il mondo non si muovono rapidamente per iniziare a tagliare le emissioni, è probabile che nel 2022 dovremo affrontare una situazione ancora peggiore“.
Cosa ha detto Corinne Le Quéré?
Corinne Le Quéré, professoressa dell’Università dell’East Anglia, ha studiato i fattori che spingono i paesi a cambiare i propri sistemi di alimentazione. Queste le sua parole: “Come abbiamo visto a livello nazionale negli ultimi 15 anni, i paesi che riescono a ridurre le proprie emissioni sono quelli in cui l’energia rinnovabile sostituisce l’energia fossile. Quello che sembra accadere ora è che abbiamo un massiccio dispiegamento di energie rinnovabili; che è un bene per affrontare il cambiamento climatico, ma questo sta avvenendo insieme a massicci investimenti in carbone e gas“.
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