L’Africa Orientale è ormai al collasso per la creazione di sostanziosi sciami di locuste, che si unisce alla crisi pandemica e alle inondazioni.
Si teme che nuovi agglomerati di locuste si formeranno nel Corno d’Africa da metà giugno per poi colpire altri paesi del Continente.
La situazione climatica sta mettendo a dura prova paesi come Kenya, Etiopia e Somalia che stanno affrontando una crisi alimentare che non ha precedenti. Secondo la Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa (IFRC), oltre alla pandemia del Covid-19, da tenere d’occhio è la situazione riguardante le piogge, che in paesi come lo Yemen hanno già provocato danni consistenti.
Africa dell’Est
Sciami maturi di locuste si sono trasferiti nel distretto di Kopeata Est (Sudan) e nel distretto di Moroto (Uganda), provocando allarmismo per le stagioni del raccolto. La FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura , avverte che la crisi delle locuste è la più grande degli ultimi 25 anni.
“È una minaccia senza precedenti per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza. Potrebbe diventare una vera e propria piaga regionale”, continua in un comunicato la FAO.

La situazione nel Golfo
In Yemen si stanno formando delle bande di tramoggia ma le operazioni di controllo non sono state ancora avviate anche a causa della tortuosa guerra civile in corso. Invece in Arabia Saudita sono tenuti sotto d’occhio gli sciami formatisi nel deserto del Nafud.
Coronavirus in Africa
103.033 contagi e 3.183 decessi. Sono questi i numeri che stanno affliggendo i governi africani in merito alla pandemia del Covid-19. L’aspetto che preccupa maggiormente i 54 paesi del continente è che il virus sia diverso rispetto a quello che ha colpito il resto del mondo.
“I numeri dei casi non sono cresciuti allo stesso ritmo esponenziale di altre regioni e finora l’Africa non ha sperimentato l’elevata mortalità vista in alcune parti del mondo. Oggi ci sono 3.100 morti confermate nel continente“, ha dichiarato in una nota l’ufficio dell’Africa e della Organizzazione Mondiale della sanità.
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