Con i talebani al potere in Afghanistan, un settore commerciale che perderà sicuramente il suo potere economico è quello dell’industria della bellezza. Un settore completamente gestito da donne per le donne. Quest’ultime che lavoravano nei saloni di bellezza non hanno più un lavoro e nessuna sicurezza.
Perché le donne che lavorano sono in pericolo?
Vent’anni fa quando gli americani sono arrivati nel paese hanno portato un’ondata di occidentalizzazione della figura femminile rispetto al passato. Da allora, nel paese musulmano è cresciuto il tasso di occupazione femminile, il tasso d’istruzione e le libertà per le donne. Il trend della partecipazione femminile nelle attività lavorative è aumentato vertiginosamente secondo i dati dell’ILO. L’international Labour Organization mostra che si è passati dal 14,99% del 2001, al 21,96 del 2019. Questa crescita ha portato le donne a divenire imprenditrici e aprire proprie aziende personali. Come, ad esempio i saloni di bellezza.
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L’industria della bellezza in Afghanistan
In Afghanistan, un decennio dopo la caduta dei Talebani, c’è stato un numero sempre crescente di donne che sono entrate nel mondo degli affari. Queste hanno imparato a lavorare e anche a gestire le proprie imprese affrontando la resistenza maschile e a lottando contro l’insicurezza e incertezza. L’industria del beauty in Afghanistan ha avuto molto importanza negli ultimi anni. Le donne e le ragazze che sono cresciute senza talebani quindi avuto più possibilità di sviluppare il loro senso estetico. Però, dal 15 agosto, i saloni di bellezza a Kabul e nei dintorni sono stati presi d’assalto. I poster pubblicitari di donne truccate o in abiti da sposa fuori dai saloni sono stati vandalizzati dai sostenitori del regime talebano.
Afghanistan: l’importanza dell’industria della bellezza per le donne
Due giorni fa, la BBC ha riportato un racconto esemplificativo di ciò che l’industria della bellezza conta per le donne afghane e come queste temono di perdere la propria indipendenza. Il network britannico riporta la testimonianza anonima di una giovane donna afghana, una make-up artist, che deve vivere in clandestinità per sopravvivere. Il giorno in cui i talebani hanno preso il controllo della capitale dell’Afghanistan, Kabul, i manifesti pubblicitari esterni ai saloni sono stati deturpati. Inoltre, molti dei saloni, sia in città che nei dintorni, non hanno più riaperto. Alcune imprese hanno promesso di tornare presto al servizio completo, mentre altre temono per il loro futuro. Il futuro è incerto anche per le dipendenti come Afsoon, la make-up artist intervistata, la quale ha descritto alla BBC quanto l’industria della bellezza abbia significato per le donne afgane.
Il triste paragone
La donna racconta che è difficile tradurre il significato della frase takaan khordum dal Dari in altre lingue. L’espressione descrive un raro evento della vita che ti scuote nel profondo, dopo il quale sarai cambiato per sempre. Come la morte di qualcuno che ami, di qualcuno di centrale nella tua vita. Afsoon (nome inventato) ha sperimentato la sensazione di takaan khordum, per la prima volta, il 15 agosto 2021. Quella domenica, la chiamata di un suo collega l’ha avvisata di non andare al lavoro e che avrebbero chiuso. Afsoon ha circa 20 anni e si considera una moderna donna afgana. La ragazza aveva raggiunto la felicità lavorativa all’interno del salone di bellezza di Kabul tra l’odore dello shampoo e le chiacchiere delle clienti. La giovane donna, come tutte quelle della sua età, ama i social media, i film, sa guidare ed ha ambizioni di carriera.
Cosa succederà alle donne in Afghanistan ora?
La crescita dei saloni di bellezza in Afghanistan
La ragazza è talmente giovane che non può ricordare il momento, negli anni ’90, in cui i talebani hanno vietato i saloni di bellezza nel suo paese. Ma, è cresciuta in un Afghanistan semi moderno dove i saloni di bellezza erano una parte regolare della sua vita. Dopo la caduta dei talebani nel 2001, più di 200 saloni di bellezza hanno aperto solo a Kabul. Ed altre centinaia in tutto il paese asiatico. Il motivo per cui erano stati chiusi, in precedenza, era perché i talebani non vogliono che le donne si truccano, facciano rumore o si mostrino in pubblico.
L’adolescenza e la fine di un sogno
Per quelle ragazze cresciute dopo gli anni 2000, la sensazione di oppressione emersa con l’arrivo dei talebani è molto forte. Afsoon da adolescente sfogliava le riviste e i social media alla ricerca del look più glamour, e visitava i saloni con le donne della sua famiglia. Amava tutto di quel mondo. La pittura multicolore delle unghie, le truccatrici chine sulle donne a dipingere gli occhi, le asciugature lucide e le acconciature lunghe e vaporose. Afsoon aveva realizzato il suo sogno di lavorare in uno dei centri estetici che adorava come truccatrice di successo. E non aveva desiderato altro mai. Tuttavia, come tutti i saloni di bellezza a Kabul, il salone di Afsoon ha subito la stessa sorte degli altri. Anche il suo aveva le finestre interamente coperte da manifesti di donne eleganti e glamour che pubblicizzano una promessa di bellezza da realizzare all’interno.
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Il rifugio dagli uomini
I manifesti, oltre a incentivare le donne ad entrare, hanno anche la funzione di dare alle donne stesse un luogo sicuro in cui potersi rilassare. Lontano dagli occhi indiscreti degli uomini che affollano le strade di Kabul. Uno spazio solo per donne di tutte le età e qualunque professione. Infatti, come racconta Karoon nell’intervista, al suo interno la clientela variava da medici a giornaliste, da cantanti e star della TV a spose che si preparavano per il loro grande giorno e ragazze adolescenti che ridacchiavano con le loro madri in un giorno speciale. Gli affari andavano sempre bene, che si trattasse di matrimoni o di semplici coccole. E il salone era così affollato durante le feste come l’Eid che ci volevano giorni per prenotare un appuntamento.
Afghanistan: l’arrivo dei talebani, addio alla saloni di bellezza
L’arrivo del nuovo/antico regime ha tramutato i sogni di Karoon in un incubo. La ragazza ha dichiarato che: “Amo le donne. Volevo lavorare e costruire spazi dove le donne potessero essere libere e brillare. Potevamo rilassarci in un posto lontano dagli uomini”. Ma, il 15 agosto, giorno in cui i talebani hanno preso il controllo del palazzo presidenziale, i suoi anni di duro lavoro sono finiti in un giorno. Ora, per lei la paura risuona forte nel silenzio delle strade di Kabul. Infatti, Karoon vive in clandestinità, nascosta in una casa sicura. Siccome in Afghanistan: “Le donne dell’industria della bellezza, specialmente quelle come me che erano visibili e pubbliche con il nostro lavoro, sono bersagli”.
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Non tutte le donne sono state salvate
Non tutte le donne indipendenti in Afghanistan hanno collaborato con i paesi alleati. E perciò hanno avuto la fortuna di ricevere il pass per salire su un’aereo e lasciare il Paese. Le donne, come Karoon, indipendenti e autonome non hanno ricevuto alcun invito o documento che le potesse assicurare una nuova vita in un paese lontano. Purtroppo non c’è più via d’uscita per lei, e come dichiara con le sue parole: “Ogni secondo sento che i talebani verranno a prendermi”. “Rimanere in vita è l’unica cosa a cui riesco a pensare. Non ho paura di morire, ma non così, terrorizzata e senza speranza”. Secondo lei, la chiusura dei talebani è tale che: “Non c’è modo che approvino la visione di volti scoperti, o di colli di donne in mostra”, dice. “Sono sempre stati molto chiari sulla loro convinzione che una donna non deve attirare l’attenzione. Questa è la fine dell’industria della bellezza in Afghanistan”. E la fine dell’indipendenza femminile.