giovedì, Aprile 17, 2025

Adolescenti e comportamento suicidario

Gli adolescenti possono sentirsi talmente presi dalle loro problematiche e percepirle come irrisolvibili e ingestibili, da arrivare a scegliere di tentare di togliersi la vita. Quindi possono mettere in atto il comportamento suicidario.

Cos’è l’adolescenza?

Gli adolescenti possono sentirsi talmente presi dalle loro problematiche e percepirle come irrisolvibili e ingestibili, da arrivare a scegliere di tentare di togliersi la vita. Quindi possono mettere in atto il comportamento suicidario.

L’adolescenza è quella fase della vita durante la quale l’individuo non è più un bambino e non è ancora un uomo. Essa è considerata come un fenomeno complesso che porta profondi cambiamenti a livello fisico, psicologico, affettivo, relazionale, sociale e cognitivo e alla crescita e alla maturazione individuale.

Adolescenza come periodo di cambiamenti

L’adolescente deve raggiungere un nuovo equilibrio. Ciò avviene attraverso un processo di trasformazione che provoca sentimenti ambivalenti. Ad esempio, timore di non riuscire e ansia. Come pure ambizione e desiderio di riconoscimento. L’adolescente vuole divenire autonomo, ma rimpiange la perdita dell’infanzia.

In questo periodo di modificazioni, i giovani sono impegnati nella realizzazione della propria indipendenza dai genitori e nella costruzione della propria identità al di fuori della famiglia. Per questo, i genitori devono aiutare i figli non ostacolandone lo sviluppo e l’allontanamento. Infatti, la famiglia può tendere a considerare i figli sempre come “bambini”.

Questo periodo di cambiamenti vede la persona anche in relazione agli amici, oltre che a famiglia e scuola.

Gli amici sono importanti perché in questa fase della vita ci si può sentire incompresi da mamma e papà, ma accettati solo dai pari che condividono stesse emozioni e disagi tipici dell’età.

“Crisi” adolescenziali

I ragazzi possono sentirsi presi dalle loro problematiche e percepirle come irrisolvibili e ingestibili. Entrano in “crisi”. Possono essere colpiti da ansia, depressione, mancanza di senso. Dunque, arrivare a scegliere di tentare di togliersi la vita.

Il suicidio

Il termine “suicidio” significa atto con cui l’uomo dispone definitivamente di se stesso. E’ un fenomeno diffuso in tutte e epoche e culture.

La psichiatria definisce il suicidio come un sintomo o come una sindrome. Considerarlo un sintomo vuol dire che è un atto voluto dal soggetto che decide di non vivere più per una causa esterna o interna al soggetto. Il suicidio come una sindrome significa che esistono altri pensieri, atti, sentimenti e comportamenti. E che la coscienza è alterata così come lo è il pensiero, cioè esiste un quadro psicopatologico alterato.

Il comportamento suicidario negli adolescenti

Il comportamento suicidario è un fenomeno complesso. Rappresenta un malessere della persona a più livelli. Il suicidio è pensato come la soluzione migliore. Esiste una crisi che comporta forte sofferenza, bisogni non soddisfatti. Come pure disperazione, sentimenti d’impotenza. E ancora, situazioni sentite come insostenibili.

Disagi sostenuti da un’identità non maturata, non permettono al giovane di integrarsi nella società. Lo fa isolare dall’esterno, rendendolo più vulnerabile.

Predittività del rischio suicidario

Suicidio e tentativo di suicidio sono considerati comportamenti prevedibili anche perché ci può essere emulazione del gesto tra adolescenti che si conoscono tra loro o che frequentano la stessa scuola.

Il maggiore predittore per il rischio di suicidio è il tentativo di suicidio. Interventi preventivi sono da attuarsi in persone trattate o ricoverate in ospedale per una condotte autolesiva. Oggi si interviene sulla “crisi” da parte di un’équipe pronta ad aiutare chi si trova dinanzi.

La predittività si esprime attraverso specifici fattori, segnali di allarme per chi ha più stretti rapporti con il giovane. Si tratta di segnali verbali, comportamentali, situazionali.

Indicatori del rischio del comportamento suicidario negli adolescenti

Esistono degli indicatori che possono aiutare a capire quali adolescenti sono a rischio di suicidio. Tra questi, ci sono:

  • mancanza di interesse per le attività abituali;
  • generale calo delle qualità (attenzione, memoria etc.);
  • mancanza o diminuzione della forza di volontà;
  • comportamenti negligenti in classe;
  • abuso di tabacco, alcool o droga;
  • coinvolgimento in atti di violenza tra studenti o atti che richiamano l’intervento della polizia;
  • isolamento;
  • hopelessness, cioè l’atteggiamento di mancanza di speranza;
  • dichiarazioni scritte e verbali riguardanti la morte, l’intenzione di morire e la mancanza di voglia di vivere;
  • attrazione per la morte ed il morire;
  • disfarsi di beni o lasciare le proprie volontà;
  • drastici cambiamenti del comportamento o della personalità, come trascurarsi nell’aspetto e isolarsi dagli amici e familiari.

Possibili cause del comportamento suicidario negli adolescenti

Sono emersi vari aspetti del suicidio che l’hanno considerato come modalità di esprimere, ad esempio, un lutto riferendosi non solo alla perdita di una persona, ma anche di un’astrazione che ne ha preso il posto, come un valore o un ideale. Come pure, può essere considerato conseguenza di una regressione ad una fase infantile dello sviluppo. Ancora, come intenso desiderio di dipendenza verso un oggetto perduto. Ed anche come fantasie di gratificazione legate ad un oggetto amato.

Motivazioni del comportamento suicidario

Il grave problema delle condotte suicidarie in età adolescenziale è sempre più diffuso. Si necessita di analisi delle origini del gesto perché si colloca tra le principali cause di morte giovanile nella maggior parte dei Paesi.

Le motivazioni sono da ricercare sia nell’ambito sociale, familiare e culturale di chi tenta il suicidio. Come pure nei disturbi psichici di cui la persona è affetta. In quest’età della vita, i ragazzi possono agire contro se stessi per evadere o dimenticare, morire per sfuggire alla depressione, per scommessa.

Un profilo dei giovani con idee suicide è emerso da studi che riportano i seguenti fattori di rischio:

  • sesso femminile
  • disturbi depressivi
  • disturbo da abuso e dipendenza da sostanze
  • disturbo del comportamento aggressivo
  • disturbo d’ansia e attacco di panico
  • eventi stressanti immediatamente precedenti il gesto
  • disfunzioni della famiglia
  • convivenza con un solo genitore
  • difficoltà coi pari
  • insuccessi scolastici.

Influenzano negativamente: i contesti familiari, insufficiente supporto della famiglia, separazione tra i genitori. Come pure morti o lutti non elaborati, difficoltà sociali. Ancora, esperienze di violenza fisica e sessuale, problemi giudiziari.

Poca abilità sociale e di capacità di problem solving, impulsività e aggressività sono caratteristiche di personalità che rappresentano importanti fattori di rischio negli adolescenti. Ma la depressione resta uno dei fattori più importanti.

Comportamento suicidario e psicoterapia negli adolescenti

Il trattamento dell’adolescente che ha tentato il suicidio è mirato a gestire la “crisi” e a intervenire con una psicoterapia.

Gestendo la crisi, l’adolescente vuole essere riportato all’equilibrio che precedeva l’azione suicida. Così da avere supporto per risolvere il problema. Ma è necessario andare a ciò che esiste al di là della crisi, attraverso la psicoterapia per evitare il rischio di condotte autolesive nel futuro.

Bisogna comprendere se dietro al gesto ci sia stata intenzionalità premeditata, quindi se il giovane non è riuscito poi a togliersi la vita. 

Bisogna “lavorare” anche sulla famiglia dell’adolescente che, passato il pericolo immediato, potrebbe preferire recuperare l’equilibrio precedente il fatto -evidentemente patologico- anziché ammettere nuove regole e prendere consapevolezza di un fallimento familiare.

Così facendo, si incrementa il rischio che l’adolescente ci riprovi.

A questo proposito, la terapia può essere farmacologica, prescrivendo un antidepressivo non letale se preso in maniera massiccia.

La gestione del paziente interessa misure come l’osservazione continua, le limitazioni fisiche e l’allontanamento di oggetti appuntati dall’ambiente. Ciò affinché vengano attenuati impulsi suicidi.

Prevenzione: comprensione del comportamento suicida

Dunque, il comportamento suicidario negli adolescenti si può prevenire attraverso un maggiore sostegno sociale, come pure un attento percorso di terapia. Essa può essere farmacologica. Ma soprattutto di psicoterapia e grazie al tempestivo riconoscimento dei segnali di allarme e ai fattori di rischio. Quindi, comprendere qual è il sentito degli adolescenti rispetto al presente e al futuro ed anche capire quale richiesta è nascosta dietro all’atto suicida, è il primo passo per prevenirne il comportamento.

https://www.periodicodaily.com/suicidio-significato-e-motivazione/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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