domenica, Aprile 20, 2025

A SEMAFORI SPENTI – Fernando Alonso, la legge del più forte

Il carattere acceso, tipicamente spagnolo, il talento puro, l’aggressività agonistica, le fortune e le sfortune di una carriera degna di essere raccontata: tutto racchiuso nel nome del campione Fernando Alonso.
Classe 1981, nasce in una famiglia qualsiasi da genitori certo non ricchi, un padre kartista amatoriale per passione. Come succede spesso è proprio la passione a portare avanti un sogno e a far, soprattutto, scoprire qualità nascoste. Un Kart che il padre di Alonso costruisce per la figlia fa scoccare la scintilla ed emergere quello che con ogni probabilità è uno dei più grandi talenti del panorama automobilistico attuale.
Inizia così la sua ascesa, il suo duro lavoro per entrare in un mondo chiuso come quello della Formula 1.
A soli sette anni debutta così sui kart, accanto a troppi “figli di” con più possibilità ma meno qualità, e serviranno così altri dieci anni per salire su una monoposto di Formula 1, dieci anni di grandi battaglie.
Dopo essersi fatto le ossa nelle scuderie minori Fernando trova spazio sotto l’ala protettiva di Flavio Briatore, che ne seguirà la carriera credendo in fortemente in lui e trovandogli un posto come collaudatore Renault nel 2002. Un trampolino di lancio per la stagione successiva, anno del suo grande debutto tra i leoni di prima categoria, accanto al ben più esperto Jarno Trulli.
Non c’è stato quindi bisogno di entrare nel mondo delle corse dalla porta principale, aiutato o agevolato, ma è bastato un grande talento e un carattere forte per farsi strada fino alle vette della Formula 1.
Su queste vette ci è arrivato nel 2005, quando si è aggiudicato il suo primo titolo iridato in Renault, a soli ventiquattro anni. Ma lo spagnolo non aveva finito di stupire e l’anno dopo replica la vittoria mondiale portando alla Renault un altro successo.
Due successi che sembrano essere solo l’inizio di una carriera piena di titoli mondiali ma che invece saranno l’inizio di anni difficili, di scandali e di insoddisfazioni.
Il passaggio in McLaren nel 2007 non è infatti il coronamento di un sogno, ma piuttosto l’inizio di un incubo che porta il nome del giovanissimo Lewis Hamilton. Gli inglesi della scuderia coccolano il talento cresciuto in casa e idolo di patria con un trattamento di favore che ferisce l’animo ambizioso di Alonso. La clamoroso e ormai leggendaria vendetta dello spagnolo arriva in Ungheria, con una manovra polemica durante la qualifica, quando resta fermo dopo il pit-stop per riprendersi il vantaggio e rallentare il compagno di squadra. Inutile ricordare la clamorosa rottura con McLaren e gli anni difficili che lo hanno portato a firmare, nel 2010, con contratto stellare con la rossa di Maranello.
Ma anche la Ferrari non ha sorriso a Fernando Alonso e allo spagnolo non è servito dannarsi l’anima per cinque anni nel tentativo di portare a casa un titolo mondiale. Per quattro anni è stato quindi l’ombra, neanche così invadente, del giovane tedesco Sebastian Vettel, mentre nel 2014 è iniziato il dominio Mercedes portato avanti dal suo vecchio compagno Lewis Hamilton.
Cinque anni da “secondo” che hanno scatenato l’insoddisfazione di Alonso e lo hanno portato a cambiare scuderia, tornando inaspettatamente in casa McLaren.
Un tentativo di ritorno alla ribalta, una speranza di vittoria, un desiderio di cambiare aria dopo anni difficili.
Ancora una volta però la fortuna non ha sorriso a quel talento purissimo che avrebbe potuto offrire e dimostrare molto più di quanto non abbia avuto la possibilità fisica di fare.
Gli ultimi anni in McLaren sono stati segnati dai problemi di affidabilità dei motori Honda e scarsissimi risultati in gara. Una delusione forte che il pilota spagnolo che sperava di poter vivere i suoi ultimi anni di carriera in un team di nuovo competitivo. Ma oltre al talento purissimo la dote di Alonso rimane la sua grande capacità di adattarsi a ogni situazione: anche queste stagioni piene di amarezza non l’hanno sconfortato ma sono state il punto di partenza per nuovi progetti.
Nella scorsa stagione ha preso parte alla 500 miglia di Indianapolis rinunciando al Gran Premio più conosciuto nel panorama internazionale, quello di Monaco, lasciando il posto al suo ex compagno di squadra James Button. Beffato nuovamente dalla sfortuna ha rotto il motore Honda, suo grande nemico in questi anni, anche durante la competizione statunitense dopo essersi portato in prima posizione.
Quest’anno, a Gennaio, correrà invece la 24 ore di Daytona gara preparatoria per la 24 ore di Les Mans. Tutto quindi ci fa pensare che oltre a una nuova stagione in Formula 1 con La McLaren, che cambierà il motore da Honda a Renault, Fernando sarà impegnato nuovamente nella 500 miglia di Indianapolis e, con ogni probabilità, anche nella 24 ore di Les Mans. Una carriera partita dal basso ma arrivata in altissimo, tra successi e sconfitte, ma sempre con la grinta di un carattere da leone che lo ha reso uno dei volti più interessanti del panorama attuale.

Giulia Toninelli
Giulia Toninelli
Classe 1997, da sempre con il naso su qualsiasi cosa possa assomigliare a un libro. Si divide tra il sogno di diventare scrittrice e quello di essere giornalista motorsportiva. Nel mezzo lavora e studia a Milano, guarda tanti film e va a un po' troppi concerti.

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