Con l’arrivo della pandemia i governi di tutto il mondo hanno dovuto prendere decisioni difficili per cercare di diminuire i contagi. Una di queste, dall’inizio della seconda ondata, è chiaramente la richiusura delle scuole. I Ministri, per cercare di accontentare la popolazione, propongono purtroppo idee bizzarre. L’ultima è arrivata dalla Ministra De Micheli: a scuola anche di domenica e fino alle 20.
A scuola di domenica: è una follia?
Il tema in Italia è fonte di un’importante scontro. I genitori, studenti e insegnanti chiedono a gran voce di riaprire. Questo potrebbe essere un problema molto complicato da risolvere. Mancano insegnanti, personale amministrativo e il trasporto pubblico è inefficente. L’ultima perla di saggezza è arrivata dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. La Ministra ha proposto di far andare a scuola i ragazzi anche di sabato e domenica, con turni dalle 8:00 alle 20:00.
I problemi da risolvere
I presidi e i docenti hanno già detto no alla proposta della Ministra. Dichiarando: “Serve altro. Serve assumere insegnati e personale amministrativo. Pagare i festivi e modificare i contratti. Se si andasse a scuola sabato e domenica, i comuni dovrebbero trovare i fondi per pagare energia elettrica, acqua e gas sette giorni su sette”. A parte questi problemi, si potrebbero aggiungere le difficoltà delle famiglie italiane.
A scuola di domenica e fino alle 20: quali sono i problemi?
La Ministra De Micheli ha anche proposto di andare a scuola di domenica. Un problema che dovrebbe saltare subito all’occhio è che i mezzi di trasporto la domenica passano sporadicamente. Questo significherebbe che i genitori dovrebbero essere a disposizione, cosa che non è del tutto fattibile. Molti infatti potrebbero lavorare, perché sa, cara Ministra, c’è chi lavora anche di domenica per poter sfamare i propri figli.
A scuola di domenica: meglio la DAD che il caos più totale
Quindi la DAD potrebbe essere la soluzione migliore. Piuttosto che concentrarsi su problemi collaterali, forse, sarebbe stato meglio concentrarsi nel miglioramento della didattica a distanza. Questo avrebbe permesso di gestire meglio la seconda ondata.