Si intitola “Ninnananne” l’ultimo capitolo della trilogia musicale di VonDatty, giovane cantautore romano. Trilogia che l’artista avviò nel 2012, a soli 21 anni, con l’EP “Diavolerie”. Seguì nel 2014 il più completo “Madrigali”. Ora, l’ultimo atto sarà disponibile al pubblico a partire dal 5 Maggio prossimo venturo.
VonDatty, detto “il Barone”, nasce nel 1991 nella provincia romana. Dopo un’esperienza come cantante in una band , inizia molto giovane la carriera solista col già citato Ep “Diavolerie”. Si scava negli anni un posto nella scena indie ungerground di Roma, arrivando a condividere il palco con artisti anche di un certo calibro, come Le Mura e Motta. “Ninnananne” viene concepito nell’estate 2016 e vede ora la luce anche grazie al prezioso contributo del fonico e produttore Fabio Martini.
Si chiude così un percorso che ha impegnato VonDatty per cinque anni della sua vita. L’autore ha nominato questo percorso “Trilogia della notte”. Racconta una crescita, da una fase più spensierata d’infanzia (“Diavolerie”) ad una adulta, più greve e consapevole (“Ninnananne”). “Diavolerie” era molto istintivo e quieto, aperto ad ogni tipo di sperimentazione, come lo sa essere un bambino; già in “Madrigali” si sentiva tutto un altro tipo di energia, quella rabbia e passione che bruciano il cuore di un adolescente; e adesso, con “Ninnananne”, scende la notte e con lei la maturità e i pensieri più pesanti. Ma la vera crescita che risalta sopra tutto questo è quella dell’artista in carne ed ossa: VonDatty è maturato enormemente in questi sette anni; il suo controllo della voce è notevolmente migliorato (tanto che ora è molto più accattivante e particolare rispetto ai primi lavori), ma dell’evoluzione hanno beneficiato anche la ricerca dei suoni e la capacità di scrittura delle liriche.
In tutta la “Trilogia della Notte” i due grandi protagonisti sono la Notte e il Sonno, eterni termini di un rapporto alternativamente cordiale e conflittuale. A VonDatty interessa particolarmente la conflittualità di questo rapporto, che diventa tema centrale delle sue creazioni. Come in una nottata turbolenta, realtà e sogno si scambiano e confondono continuamente; una sensazione che il Barone ha provato a instillare nelle sue canzoni. Messa da parte la volontà di stupire l’ascoltatore, ora il fine è quello di lasciare emozioni durevoli a fine ascolto, di imprimere un’impronta nella mente del “pubblico”.
Vediamo nel particolare cosa ci ha elargito VonDatty. Il disco è composto da undici tracce che perlopiù non superano i tre minuti di lunghezza. Le suggestioni più grandi sono regalate dalle melodie delle chitarre e dalla voce del Barone, che trovo particolarmente interessante.
L’apertura è inquietante: cacofonie e rumori elettronici vanno e vengono senza un’apparente logica, disturbando (volutamente) quella che è una brevissima elegia accompagnata da un ukulele. Come quando guidate in autostrada, ascoltate la radio ed entrate in una galleria; o come quando mettete su un vecchio vinile e la polvere e gli anni interferiscono con la sua corretta riproduzione; ecco, questa è più o meno la sensazione del brano.
Molto più aperti e accomodanti i brani successivi. In generale la qualità è molto alta, sia come arrangiamenti che come voci. “Grigio perla” e “ProfumoNew” (in cui abbiamo il primo dei due feat dell’album) sono due ottime canzoni. La prima è considerata dallo stesso autore una delle sue preferite e delle più soddisfacenti del disco. E a ragione. Il testo, molto apprezzabile, è accompagnato da un bellissimo connubio di chitarre e contrabbasso. La seconda, ProfumoNew, vede la partecipazione di Sarah Moon, che arricchisce il brano con le sue armonie vocali.
“Non credere ai fiori” rimane in testa. E per molto. Sarà il riff di tastiera, estremamente radiofonico, o il ritmo countrieggiante, alla fine risulta essere uno dei pezzi migliori, sicuramente uno di quelli più caratteristici: “dolce”, anche divertente, per quanto riguarda le musiche, “amaro” per quanto invece riguarda le parole. L’autore ha dichiarato la sua paura che il pezzo passasse come “ruffiano” o “allegro”, quando invece è uno dei più cattivi. Io penso che il saper combinare stili differenti ottenendo un effetto comi-tragico (pensiamo a divertentissimi pezzi dei Beatles che parlano di omicidi, come “Maxwell Silver Hammer”) sia una virtù, più che un errore.
Si prosegue con bluesacci sporchi che ammiccano ai Black Keys (“Wonderland”) e componimenti sempre di qualità. Interessanti le parole che VonDatty spende riguardo a “Ad ogni piccola morte”: <<Il pudore mi aveva sempre impedito di toccare l’argomento “sesso” nelle canzoni, qui, nel primo brano in assoluto che ho scritto dopo molto tempo senza scrivere nulla, l’ho voluto tirar fuori in maniera abbastanza velata e leggermente sentimentale, facendo riferimento alla “petìt mort”, ovvero un modo dire francese che indica l’orgasmo. Mentre la registravo ho trovato una grandissima forza nell’urlare “io sono fragile”, credo che al giorno d’oggi una dichiarazione del genere in una canzone, se fatta con sincerità, sia prova di grande coraggio.>>
Sul finale abbiamo “La pietà”, un’ entusiasmante avventura piratesca a cui si aggiunge anche Daniele Coccia. Una vera perla, tanto che dovrebbe sentirsi offesa (o onorata) per essere stata posta in conclusione della tracklist. E poi c’è la “Prima Ninnananna sotto terra”, che risponde alla “ninnananna” di apertura e chiude definitivamente un cerchio, la cui circonferenza va ben oltre il singolo album: viene concluso finalmente il primo grande percorso del Barone. Un percorso che, visto quest’ultimo atto, risulta a conti fatti davvero encomiabile.
“Ninnananne” ti fa domandare più volte il perché quest’uomo sia così poco conosciuto. Il tenore di qualità sempre più o meno alto e costante, una certa originalità nelle orchestrazioni e nei cantati e la capacità di VonDatty di coinvolgerti nei suoi viaggi contribuiscono tutti a rendere l’album un prodotto di alto livello. Questo mondo, a volte onirico a volte crudamente realista, appassiona, emoziona. Mi auguro che questa conclusione rappresenti solo una prima tappa di una gran bella carriera.
TRACKLIST
1. Prima ninna nanna sulla terra
2. Grigio perla
3. Profumo feat. Sarah Moon
4. Dalla carne
5. Non credere ai fiori
6. Wonderland
7. La parte mancante
8. Ad ogni piccola morte
9. Il peso delle labbra
10. La pietà feat. Daniele Coccia
11. Prima ninna nanna sotto terra