mercoledì, Aprile 16, 2025

Kosovo: scontri tra i militari della NATO e i manifestanti serbi

Scontri tra i militari della NATO e i manifestanti serbi n Kosovo. Le manifestazioni sono scoppiate a causa dell’opposizione da parte dei serbi dell’insediamento dei nuovi sindaci albanesi nei quattro maggiori comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba.

Kosovo: violenti scontri tra i militari della NATO e i manifestanti serbi

Sale la tensione in Kosovo dopo i violenti scontri tra i militari della NATO e i manifestanti serbi contro l’esito del voto. Almeno 41 militari della Kosovo Force, una forza militare internazionale guidata dalla NATO (KFOR), sono rimasti feriti. Tra questi, 14 sono italiani. I militari hanno riportato ustioni e fratture.

Gli scontri in Kosovo sono iniziati dopo che i manifestanti serbi hanno cercato di impossessarsi degli edifici di uno dei comuni in cui i sindaci di etnia albanese hanno assunto la loro carica la scorsa settimana. I serbi hanno iniziato a scontrarsi con la polizia in mattinata nel comune di Zvecan, 45 chilometri a nord della capitale, Pristina. Nel pomeriggio, i soldati della Kosovo Force hanno chiesto ai serbi di liberare la strada a due veicoli delle forze speciali di polizia kosovare.I soldati hanno poi usato gas lacrimogeni e granate stordenti per proteggere gli ufficiali kosovari nei veicoli e disperdere i manifestanti. I serbi riuniti hanno risposto lanciando pietre e altri oggetti duri. Un veicolo è stato bruciato. Il primo ministro serbo Ana Brnabic ha criticato la gestione internazionale degli eventi in Kosovo, affermando che la KFOR “non protegge il popolo, ma protegge gli usurpatori“, apparentemente riferendosi ai nuovi sindaci di etnia albanese.

Cos’è successo in Kosovo?

Il 23 aprile, in Kosovo si sono tenute le elezioni locali. Nelle quattro maggiori comuni del nord a maggioranza serba sono stati eletti sindaci di etnia albanese. Per i serbi, le elezioni locali, da loro boicottate non possono essere considerate legittime e i sindaci albanesi eletti non dovrebbero governare perché alla votazione hanno partecipato solo il 3% degli aventi diritto. Per Belgrado, è inammissibile che sindaci in rappresentanza del 2% della popolazione governino città in cui abitanti sono al 98% serbi.  A Pristina invece la presidente Vjosa Osmani e il premier Albin Kurti, hanno sottolineato la regolarità del voto. I leader kosovari puntano il dito contro Belgrado e le strutture illegali che mantiene nel nord del Kosovo a cui addossano l’intera responsabilità della nuova ondata di violenza. 

Il conflitto in Kosovo è scoppiato nel 1998 quando i separatisti di etnia albanese si sono ribellati contro il governo della Serbia. A sua volta, la Serbia ha risposto con una brutale repressione. Morirono circa 13.000 persone, per lo più di etnia albanese. L’intervento militare della NATO nel 1999 alla fine costrinse la Serbia a ritirarsi dal territorio. Washington e la maggior parte dei paesi dell’UE hanno riconosciuto il Kosovo come stato indipendente, ma Serbia, Russia e Cina no.


Leggi anche: Serbia chiede alla NATO di consentire invio di forze di sicurezza in Kosovo

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