Le tensioni tra Nicaragua e Chiesa cattolica tornano a crescere. La polizia del Nicaragua venerdì ha fatto irruzione nella residenza di un vescovo cattolico romano, critico nei confronti dell’amministrazione del presidente Daniel Ortega. Detenendo lui e diversi altri sacerdoti. In una drammatica escalation di tensioni tra la Chiesa e un governo sempre più intollerante al dissenso.
Nicaragua: perchè la Chiesa è sotto attacco?
ll regime del presidente Daniel Ortega continua la persecuzione della Chiesa cattolica in Nicaragua con diversi atti di repressione. La scorsa settimana la polizia nicaraguense ha arrestato il vescovo di Matagalpa Rolando Álvarez. Con l’accusa di “organizzare gruppi violenti”. E di incitarli “a compiere atti di odio contro la popolazione. Provocando un clima di ansia e disordine, turbando la pace e l’armonia nella comunità. Con lo scopo di destabilizzare lo Stato del Nicaragua”. Ortega, al potere da 15 anni, è apertamente ostile alla Chiesa cattolica nel Paese. Ha affermato che nel 2018, i vescovi facevano parte di un tentativo di colpo di stato per cacciarlo dal suo incarico. Perché sostenevano manifestazioni antigovernative che il suo regime ha brutalmente represso. Il presidente nicarguense ha definito i vescovi “terroristi” e “diavoli in tonaca”. In meno di quattro anni la Chiesa cattolica in Nicaragua è stata bersaglio di 190 attacchi e profanazioni. Tra cui un incendio nella cattedrale di Managua. Nonché molestie da parte della polizia e persecuzioni di vescovi e sacerdoti.
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Rappresaglie contro la Chiesa cattolica
A marzo, il Nicaragua ha espulso il nunzio pontificio, il massimo diplomatico vaticano in Nicaragua. Tra l’altro il governo aveva precedentemente chiuso otto stazioni radio e un canale televisivo nella provincia di Matagalpa. A nord di Managua. Sette delle stazioni radiofoniche erano gestite dalla Chiesa. Mentre a pochi giorni dalle elezioni presidenziali dello scorso anno, vinte per il quarto mandato consecutivo, dopo l’arresto dei suoi più forti oppositori, Ortega ha accusato i vescovi di aver redatto nel 2018, una propaganda politica a nome “dei terroristi, al servizio degli Yankees. Questi vescovi sono anche terroristi”.
Nicaragua: i disordini non sono nuovi
Álvarez è stata una voce religiosa chiave nelle discussioni sul futuro del Nicaragua dal 2018. Quando nell’aprile sono scoppiate violente proteste in tutto il Nicaragua contro le riforme della sicurezza sociale del presidente Ortega, e del suo regime autoritario. Decine di persone sono rimaste ferite e uccise. Tra le manifestazioni, la Chiesa è emersa come un rifugio sicuro per i manifestanti. I vescovi hanno salvato gli studenti circondati dalla polizia e dai manifestanti avversari nella cattedrale metropolitana. Il che implica che si è schierata con loro e quindi contro il presidente Ortega. Tuttavia, il governo Ortega si è mosso sistematicamente contro le voci di dissenso. Arrestando, e condannando al carcere in processi rapidi e chiusi al pubblico dozzine di leader dell’opposizione. Inclusi sette potenziali candidati sfidanti alla presidenza.
L’appello di Papa Francesco
Papa Francesco domenica parlando ai pellegrini e ai turisti in piazza San Pietro per la sua benedizione settimanale, ha chiesto un dialogo “aperto e sincero” per risolvere una situazione di stallo tra Chiesa e governo in Nicaragua. Dove negli ultimi mesi le autorità hanno arrestato diversi sacerdoti, mentre altri sono andati in esilio. Francesco, che non ha menzionato in modo specifico l’arresto del vescovo Rolando Alvarez di Matagalpa nel nord del Paese, ha detto di seguire la situazione in Nicaragua “con preoccupazione e dolore”. E ha chiesto preghiere per il Paese.