venerdì, Aprile 18, 2025

Ibrido plug-in: consumi reali non sono mai quelli omologati

Sembra che sia proprio così: nel motore ibrido plug-in i consumi reali sono almeno il triplo di quelli omologati. Vediamo perché.

Cosa succede all’ibrido plug-in?

Il magazine Quattroruote insiste da tempo su questa discrepanza tra i consumi reali e quelli omologati nell’ibrido plug-in. Oggi anche gli scienziati lo sottoscrivono, in particolar modo lo studio condotto dal Fraunhofer Institute for System and Innovation Research di Karlsruhe. Nella guida reale, affermano, questo tipo di motori consumano ed emettono più CO2 di quanto dichiarato. E non si pensi che le nuove generazioni di questi veicoli abbiano ovviato al problema: al contrario, dai modelli omologati secondo il nuovo ciclo Wltp emergono dislivelli anche maggiori.


Full ibrido le auto che consumano di meno


Emissioni tre volte più alte

L’Istituto Fraunhofer, in un osservatorio congiunto con l’International Council on Clean Transportation (ICCT) ha analizzato dati provenienti da 9000 veicoli plug-in in tutta Europa, forniti in forma anonima e volontaria da utenti online oppure dalle banche dati dei manager delle flotte. “In media, il consumo nel mondo reale e i valori di emissione di CO2 dei veicoli ibridi plug-in per i conducenti privati in Germania e in altri Paesi europei sono circa tre volte più alti rispetto alla procedura di test ufficiale” ha spiegato Patrick Plötz, coordinatore della Business Unit Energy Economy dell’Istituto tedesco.

Il problema delle auto aziendali

Se poi si sposta l’attenzione sulle auto aziendali, le statistiche peggiorano ancora. “La deviazione è anche circa cinque volte il dichiarato” afferma ancora Plötz. Nello studio è possibile anche leggere qualche altro dato, decisamente significativo. “Il consumo di carburante nel mondo reale per gli ibridi plug-in guidati da privati è compreso tra 4,0 e 4,4 litri per 100 km. Nel caso delle auto aziendali, i valori oscillano tra i 7,6 e 8,4 litri”. Nelle schede ufficiali, invece, le cifre variano tra 1,6 e 1,7 litri per 100 km.

L’importanza di un utilizzo corretto

Naturalmente, l’efficienza delle auto ibride plug-in è strettamente correlata alla maniera in cui vengono utilizzate. È necessario usare una certa costanza nel collegarle alla corrente: senza questo accorgimento, l’auto viaggerebbe esclusivamente con il motore a benzina o a gasolio, annullando di fatto il risparmio. Questa tecnologia è inoltre più indicata per chi percorre pochi km, e più di rado compie lunghi viaggi. Lo studio, quindi, evidenzia come spesso l’automobilista non si occupa in maniera ottimale della propria vettura. I privati di norma guidano in elettrico solo per il 45-49% del loro chilometraggio: per le auto aziendali si scende all’11-15%.

Qualche suggerimento

Detto tutto ciò, i ricercatori hanno dato dei suggerimenti per cambiare le cose. Uno di questi è la possibilità di destinare incentivi fiscali ai conducenti di queste auto che possano dimostrare di guidare in elettrico per almeno l’80% delle loro percorrenze complessive, o con un consumo di 2 litri per km. Ma anche l’Unione Europea si sta ponendo delle domande sull’attendibilità dei consumi delle ibride ricaricabili.

Gli intenti dell’Unione Europea

L’Unione Europea sta infatti valutando la possibilità di attivare nuovi protocolli di verifica a partire dal 2025. L’idea sarebbe di inserire nei test Wltp un nuovo fattore, che derivi dai dati reali raccolti tramite un sistema Obfcm (On-Board Fuel Consumption Monitoring). Si tratta di un dispositivo reso obbligatorio dal 1° gennaio 2021, presente su tutti i veicoli di nuova immatricolazione, e serve appunto a memorizzare i dati sui consumi reali.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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