Il 20 febbraio 1909 nasce il Futurismo, un movimento che riguardò la letteratura e le arti in generale e che si sviluppò in Europa, America e Asia. La sua denominazione è dovuta al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti, autore dei principi contenuti nel Manifesto Futurista.
Il Manifesto: nasce il Futurismo
Il 20 febbraio 1909 nasce il Futurismo con la pubblicazione sul giornale francese Le Figaro, del Manifesto Futurista. Questo dichiara: “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità”. Infatti, la velocità è cardine in questo movimento dato che è l’elemento che caratterizza i tempi di produzione, degli spostamenti e i cambiamenti sociali e politici del periodo.
Quindi, vi è un innalzamento della tecnica e del movimento da una parte, e un ripudio verso il rapporto con il passato dall’altra. Nel manifesto infatti viene esaltata la volontà di distruggere i “musei, biblioteche, le accademie d’ogni specie”, quali retaggi del passato. Allo stesso tempo vengono disprezzati movimenti miranti alla trasformazione sociale quali il Femminismo.
1909: Marinetti pubblica su Le Figaro il Manifesto del Futurismo

Il Futurismo nasce in Italia
Il Futurismo nasce in Italia per opera di alcuni intellettuali quali Filippo Tommaso Marinetti, l’autore del Manifesto Futurista, i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo.
Il Futurismo definisce le vecchie ideologie quali “passatismo” ed esalta il dinamismo, l’industria, il militarismo e la guerra. Infatti, il Manifesto Futurista recita: “Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.
Le fasi del Futurismo
Nel 1916, all’indomani della morte di Boccioni, il movimento futurista, trasferisce la sua sede da Milano a Roma. È quello che viene chiamato il “Secondo Futurismo”, che ha un legame più stretto col post-cubismo. Invece il terzo Futurismo, è quello che va dal 1929 al 1939, legato questa volta al Surrealismo. Durante quest’ultima fase, vi è un effettivo legame col movimento fascista. Alcuni suoi esponenti di rilievo, come Carrà, si allontanarono dal movimento futurista per prendere le distanze dal Fascismo.

Il Futurismo in altri Paesi
In Francia il Futurismo ebbe tra i suoi esponenti di spicco il poeta Guillaume Apollinaire, che scrisse il manifesto dell’anti-tradizione futurista nel 1913. Invece, la scrittrice Valentine de Saint Point redasse nel 1912, il Manifesto della donna futurista.
A differenza del Futurismo italiano, il Futurismo francese non si schierò a favore della guerra, ma ebbe un orientamento pacifista. Anche il Futurismo russo fu di stampo pacifista, in seguito, alcuni suoi esponenti confluirono verso le idee bolsceviche.