mercoledì, Aprile 16, 2025

Fermate Erdoğan prima che sia troppo tardi

Alla conferenza di Monaco del 1938, l’Europa risponde al ricatto di Hitler sacrificando la Cecoslovacchia, in perfetta continuità con la visione ottocentesca della politica estera, per la quale le potenze occidentali considerano l’affermarsi della democrazia nell’est e nel medio oriente come una minaccia, preferendo sostenere feroci dittature.

Così i governanti dell’Europa del XXI secolo, per timore di perdere consensi da parte di un elettorato sempre più ostaggio di tendenze xenofobe, stanzia alla Turchia di Erdoğan tre miliardi per bloccare l’arrivo dei profughi da Grecia e Siria, senza preoccuparsi di quella che sarà la loro sorte. È ciò che si dice pagare qualcuno per fare il “lavoro sporco” (una versione autarchica è l’accordo di Minniti con la Libia).

il suo obiettivo è quello di annientare la popolazione curda

Erdoğan è un feroce dittatore che per un periodo ha indossato la maschera dello statista per farsi accettare nella UE. Ma il suo obiettivo è quello di annientare la popolazione curda, sua fiera oppositrice. Il loro leader Abdullah Öcalan è prigioniero nelle prigioni turche dal 1999; la sua militanza politica gli è valsa l’ergastolo.

I curdi sono una popolazione di circa 50 milioni persone stretta nella morsa delle principali potenze del Medio Oriente, il cui calvario comincia dalla fine dell’impero ottomano: una storia fatta di repressioni, in particolare da parte della Siria, dell’Iraq e della Turchia, di cui rappresentano minoranza della popolazione. La loro società è improntata alla parità dei generi, alla pacifica convivenza tra le religioni, ad un’idea di comunità che, forse, è ciò che di più vicino all’utopia libertaria si sia mai messo in pratica nella storia recente. Hanno combattuto in prima linea la battaglia contro l’Isis, in cui sono morti anche Giovanni Francesco Asperti e Lorenzo Orsetti.

Forse è per questo che i nazionalisti nutrono per loro così tanto odio: perché dimostrano che l’autodeterminazione, la condivisione, il comunitarismo, possono rappresentare i valori fondanti di una società possibile

Più che un bluff, un ricatto vero e proprio

Oggi Erdoğan ha deciso di sferrare la sua offensiva militare contro i curdi, anche grazie alla presenza di Trump alla casa Bianca. E, di fronte alle (deboli) proteste dell’Europa, che con lui si è sempre dimostrata asservita, minaccia di far passare i milioni di migranti che tiene imprigionati dietro i suoi confini. Dietro le sue parole c’è un messaggio ben preciso: se apro le frontiere, i vostri governi cadranno sotto la spinta delle forze populiste contrarie all’immigrazione. Più che un bluff, un ricatto vero e proprio. E le sue minacce non possono essere prese alla leggera, nel senso che sono reali, ma soprattutto che lo qualificano per quello che è: un tiranno da abbattere, e non un possibile alleato.

la ferma opposizione al presidente turco deve segnare anche un nuovo punto di partenza nella gestione della politica internazionale

Ma la ferma opposizione al presidente turco deve segnare anche un nuovo punto di partenza nella gestione della politica internazionale, che – prima di Erdoğan – ha appoggiato Gheddafi e Saddam Hussein per poi rinnegarli, combatterli e ucciderli, ed oggi Bashar al-Assad in Siria e Al Sisi in Egitto, soffocando il potenziale rinnovamento della primavera araba. La nostra democrazia non può essere incompatibile con il rispetto dei diritti umani delle popolazioni con cui intratteniamo rapporti.

Sarebbe criminale ripetere con lui l’errore (doloso) fatto a suo tempo con Hitler; difendere il popolo curdo deve essere compito di ogni democrazia. In pieno XXI secolo si sta profilando un genocidio a pochi chilometri dai nostri confini. Possiamo fermarlo. Dobbiamo farlo.

Massimiliano De Luca
Massimiliano De Lucahttp://www.massimilianodeluca.it
Sono nato a Firenze nel 1968. Dai 19 ai 35 anni ho speso le mie giornate in officine, caserme, uffici, alberghi, comunità – lavorando dove e come potevo e continuando a studiare senza un piano, accumulando titoli di studio senza mai sperare che un giorno servissero a qualcosa: la maturità scientifica, poi una laurea in “Scienze Politiche”, un diploma di specializzazione come “Operatore per le marginalità sociali”, un master in “Counseling e Formazione”, uno in “Programmazione e valutazione delle politiche pubbliche”, un dottorato di ricerca in “Analisi dei conflitti nelle relazioni interpersonali e interculturali”. Dai 35 ai 53 mi sono convertito in educatore, progettista, docente universitario, ricercatore, sociologo, ma non ho dimenticato tutto quello che è successo prima. È questa la peculiarità della mia formazione: aver vissuto contemporaneamente l’esperienza del lavoro necessario e quella dello studio – due percorsi completamente diversi sul piano materiale ed emotivo, di cui cerco continuamente un punto di sintesi che faccia di me Ein Anstàndiger Menschun, un uomo decente. Ho cominciato a leggere a due anni e mezzo, ma ho smesso dai sedici ai venticinque; ho gettato via un’enormità di tempo mentre scrivevo e pubblicavo comunque qualcosa sin dagli anni ‘80: alcuni racconti e poesie (primo classificato premio letterario nazionale Apollo d’oro, Destinazione in corso, Città di Eleusi), poi ho esordito nel romanzo con "Le stelle sul soffitto" (La Strada, 1997), a cui è seguito il primo noir "Sotto gli occhi" (La Strada, 1998 - segnalazione d’onore Premio Mario Conti Città di Firenze); ho vinto i premi Città di Firenze e Amori in corso/Città di Terni per la sceneggiatura del cortometraggio "Un’altra vacanza" (EmmeFilm, 2002), e pubblicato il racconto "Solitario" nell’antologia dei finalisti del premio Orme Gialle (2002). Poi mi sono preso una decina di anni per riorganizzare la mia vita. Ricompaio come finalista nel 2014 al festival letterario Grado Giallo, e sono presente nell’antologia 2016 del premio Radio1 Plot Machine con il racconto "Storia di pugni e di gelosia" (RAI-ERI). Per i tipi di Delos Digital ho scritto gli apocrifi "Sherlock Holmes e l’avventura dell’uomo che non era lui" (2016), "Sherlock Holmes e il mistero del codice del Bardo" (2017), "Sherlock Holmes e l’avventura del pranzo di nozze" (2019) e il saggio "Vita di Sherlock Holmes" (2021), raccolti nel volume “Nuove mappe dell'apocrifo” (2021) a cura di Luigi Pachì. Il breve saggio "Resistere è fare la nostra parte" è stato pubblicato nel numero 59 della rivista monografica Prospektiva dal titolo “Oltre l’antifascismo” (2019). Con "Linea Gotica" (Damster, 2019) ho vinto il primo premio per il romanzo inedito alla VIII edizione del Premio Garfagnana in giallo/Barga noir. Il mio saggio “Una repubblica all’italiana” ha vinto il secondo premio alla XX edizione del Premio InediTO - Colline di Torino (2021). Negli ultimi anni lavoro come sociologo nell’ambito della comunicazione e del welfare, e svolgo attività di docenza e formazione in ambito universitario. Tra le miei ultime monografie: "Modelli sociali e aspettative" (Aracne, 2012), "Undermedia" (Aracne, 2013), "Deprivazione Relativa e mass media" (Cahiers di Scienze Sociali, 2016), "Scenari della postmodernità: valori emergenti, nuove forme di interazione e nuovi media" (et. al., MIR, 2017), Identità, ruoli, società (YCP, 2017), "UniDiversità: i percorsi universitari degli studenti con svantaggio" (et. al., Federsanità, 2018), “Violenza domestica e lockdown” (et. al., Federsanità, 2020), “Di fronte alla pandemia” (et. al., Federsanità, 2021), “Un’emergenza non solo sanitaria” (et. al., Federsanità, 2021) . Dal 2015 curo il mio blog di analisi politica e sociale Osservatorio7 (www.osservatorio7.com), dal 2020 pubblicato su periodicodaily.com. Tutto questo, tutto quello che ho fatto, l’ho fatto a modo mio, ma più con impeto che intelligenza: è qui che devo migliorare.

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